Per Odile R., io sono un dio, dotato di tutte le peggiori qualità degli dei. Al pari di Zeus dispongo di fulmini, ed è un problema sapere come e perché li lancerò. Perché un dio, per essere veramente tale, non può essere misericordioso ma soltanto privo di pensiero e di riconoscimento, come lo è il Destino.
Ma le mie specialità persecutorie non si limitano alla saetta seguita dal terribile boato: io posso far di peggio, semplicemente volgendo lo sguardo altrove. Perché, secondo lei, chi esce dal mio campo visivo semplicemente cessa di esistere.
Tra me e Odile vi sono forti sentimenti affettivi (lei non mi lascerebbe mai, né io desidero che mi lasci finché non sarà arrivata a destinazione, un tragitto che ha l'andamento tortuoso della tela di Penelope), ma anche sentimenti di ostilità e rabbia.
L'ostilità Odile me la esprime in maniera perentoria quando rovescia il suo bisogno di essere accolta su di me, capovolgendo violentemente la situazione. Lo fa rimanendo per quarantacinque minuti a testa china, rinchiusa in un silenzio impenetrabile. In quei momenti lei è Matilde di Canossa, contenitore e ospite di un Papa che vuol essere adorato incondizionatamente, e io (cioè Dio) un povero Enrico IV inginocchiato per giorni nella neve.
Il silenzio di Odile mi rende furioso. Per molti anni (io e Odile ci frequentiamo, più o meno, da sempre) ho tentato di seppellire la mia rabbia sotto la maschera glaciale e impenetrabile dello psicoanalista della tradizione classica. Poi, di pari passo con la mia emancipazione, Odile mi ha aiutato a cambiare, facendomi comprendere come il silenzio non possa guarire il silenzio.
Nel suo incessante lavoro di cura, Odile mi ha fatto recentemente entrare in contatto anche con le piccole "rabbie sottili" che mi provocano certi suoi atteggiamenti, anche quando parla.
Insomma: in quest'analisi reciproca si direbbe che io sia, per il momento, il maggior beneficiato. Ma non dispero di portare, di certo non prima che la mia carriera giunga al termine, il mio lavoro a compimento. Se non l'ammazzo prima.