Perché Wiesbaden 1932


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giovedì 9 gennaio 2014

RISPECCHIARSI

C'è un dettaglio biografico che mi accomuna alla vicenda emotiva di Ferenczi: una straordinaria ammirazione per l'intuizione nucleare di Freud, la delusione per la direzione presa dal suo sviluppo successivo, e l'incapacità di mettere in parole tale delusione che mi ha accompagnato per una lunga parte della vita.

1 commento:

  1. DELUSA?
    SI’
    DELUSA
    DI UNA ILLUSIONE
    CHE
    SAPEVO GIA’
    NON VERA
    SAPEVO CHE
    NON POTEVA
    ESSERE
    A PELLE
    SENTO
    MA
    NON VOLEVO FIDARMI
    DELLA MIA
    SENSAZIONE
    VOLEVO
    ILLUDERMI
    MI SENTIVO
    PROTETTA
    PROTETTA
    DALLA MIA
    ILLUSIONE DI
    FAMIGLIA
    DELUSA?
    SI DELUSA

    A proposito del sentimento di delusione penso ce anche Freud ha fatto quello che era capace di fare come i nostri analisti, come i nostri genitori, come i nostri amici, come noi stessi.
    La delusione è tanto più forte quanto più e stata l’ illusione di cui tutti abbiamo bisogno per tirare avanti.
    Freud è stato molto bravo anche se a me è sempre stato antipatico a pelle
    Francesca

    LEGGEVO NON RICORDO DOVE CHE
    LA VITA E ’UN TIRARSI SU
    TRA UN LUTTO E L’ALTRO....
    UN METTERE UN PUNTO
    ALLA FINE
    DELL’ULTIMA PAROLA
    PUNTO E A CAPO
    DOLOROSAMENTE
    PUNTO E SI RICOMINCIA
    UN PUNTO CHE E’ UNA
    SPADA CHE TRAFIGGE MA
    NON UCCIDE
    PUNTO E A CAPO
    TRA IL PUNTO E IL
    CORAGGIO DI
    ANDARE A CAPO
    C’E’
    UN ABISSO
    NERO
    NERO
    UNA TRAVERSATA
    PERICOLOSA
    PUNTO A CAPO
    DOVE IL PUNTO E’
    LA FINE
    L’ A CAPO E’
    L’INCOMINCIA
    LA SPERANZA

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