Chiara vorrebbe esser composta di soli fatti, oggetti concreti, eventi misurabili con appositi strumenti. Non ama prendere in considerazione le proprie parti immateriali: sogni, desideri, speranze, paure. E si oppone al mio insistere nel volerla sognare, immaginare, osservarne l’ombra proiettata sul muro, il rumore dei passi, i segni della testa sul cuscino, e tutto quanto in lei traspare di vivente.
Chiara mi contesta, e annuncia la prossima fine dei nostri incontri in sospetto di falso, di inutilità, di cura inadatta a lei.
Chiara mi contesta, e annuncia la prossima fine dei nostri incontri in sospetto di falso, di inutilità, di cura inadatta a lei.
Ma appena mi vede si affretta, trattiene a stento una risata nervosa, è affannata, le manca il respiro, ha un’aria interrogativa. Mi fa pensare a una bambina ansiosa di correre fra le braccia del padre.
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