Lo psicoanalista Hans Amadeus Gebrochen racconta di una sua allieva, Belle, che era tale di nome e di fatto. Aspirante psicoterapeuta, avvicinava il supervisore con l’ansia di chi teme che tutto sia già perduto, come se ogni parola del Maestro potesse suonare come una dolorosa esclusione. Fu una fortuna per entrambi che lui fosse decisamente troppo presbite per poter essere abbagliato dal colore dei suoi occhi: non avrebbe visto nient’altro. E Belle imparò che non era necessario passare dal parrucchiere prima di ogni seduta di supervisione.
ANEDDOT(T)ICA
RispondiEliminaIstruttiva questa storia di Belle, commista ... tra super visioni e punti di vista. Mi fa immaginare che se il suo supervisore era presbite, capace quindi di vedere meglio le cose lontane di quelle vicine, lei fosse astigmatica. Così la intravedo; circondata da una realtà talmente sfocata, a qualsiasi distanza, da non farle nemmeno distinguere il colore dei propri occhi. Ma poi Belle imparò. Così narra la storia. Di buon auspicio, anche per ciechi e calvi.
Ciò dimostra -a prescindere dal caso specifico- che i tentativi di seduzione, che noi maschi ingenuamente attribuiamo alla nostra irresistibilità, sono spesso dei tentativi di aggrappamento, da parte di chi dispera di di poter "stare", senza cadere nel vuoto.
RispondiEliminaDi poter "essere" per un po' di qcn....
RispondiEliminaDi poter trovare, se ci si aggrappa, sostegno. Ma perché mai si dovrebbe disperare di trovarlo?
RispondiEliminaPerché disperare di trovarlo? Bravissimo dottor Guasto, é un'ottima domanda....
RispondiEliminaalla quale io non so rispondere, ma lei, certamente, si.
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