Poiché era convinto che la propria mancanza di libertà fosse causata da una sconfinata ignoranza, quando gli dissero che poteva ottenere una speciale conoscenza interiore ne fu affascinato. Ma era troppo avido per accontentarsi di così poco. Fu per questo che tentò di diventare uno dei dispensatori di tale conoscenza. E fu allora che qualcuno “dimenticò” di dirgli che per compiere tale passo ulteriore, bisognava uccidere la conoscenza e perdere la libertà. Quarant’anni dopo, si rese conto dell’equivoco: anche i maestri erano ciechi e ignoranti. Forse avrebbe potuto insospettirlo il fatto che la parola “libertà” da quelle parti si pronunciasse così raramente.
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