Perché Wiesbaden 1932


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lunedì 26 dicembre 2011

LA RELAZIONE PSICOANALITICA CON LA VITTIMA D'INCESTO

Riferendosi alla paziente B., che quattro anni prima aveva ricevuto una proposta amorosa da parte del padre, Ferenczi scrive nel Diario Clinico (*):

"ora si aspetta che: (1) io creda alla realtà dell'evento; (2) la rassicuri sul fatto di essere da me ritenuta innocente; (3) la reputi innocente anche se dovesse risultare che nell'aggressione lei ha sperimentato un enorme soddisfacimento e ha provato ammirazione per il padre; (4) le dia la certezza che non mi lascerò trasportare da una simile passione".

Leggendo queste righe mi chiedo: come mai un pensiero tanto lucido e lineare, e persino semplice da comprendere, è stato oggetto di feroce ostracismo, tacciato di eresia, ignorato e dimenticato per oltre ottant'anni? E oggi, di quanti terapeuti è patrimonio?

(*) Sándor Ferenczi (1932), "Sopportare la solitudine", 8 Agosto 1932. In: Diario Clinico, Milano: Raffaello Cortina editore, 1988, p. 293.

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